Arpia

1783

"Tuttovestito in negre nubi il cielo
vedea, per quanto io rimirassi intorno..."
Vittorio Alfieri

Spiaggia fuori di motilit.
sentivo sui piedi, ma il nesso
non dubitavo fosse realt.
tra cosa immota e umano.
.E le onde curve sul mare,
madre e fiera del mio profondo,
increspavano il denso velo
raggrumato in cielo, ammantato.
Le nubi macchiate d'una stessa pece
e il corno tartareo che tuona.
Tregido nel cuore vivevo
per la fuga forma di mente
su le gambe fragili, ossute,
e il dolore terebrante.
Pure mi muovevo per tempo
a evitare i franti di scoglio,
che gi. riluceva a lampi
e scrosciava dura la pioggia.
L'odore fradio di putrimento
e la natura
che langue.
Grazia del mio Cielo, improvvisa,
una rosa ritta spiava
tra la sabbia di quel deserto,
e il suo sangue gi. illividiva;
tra le dita e spine profonde
di ferite dimenticate
gi. si illumin. il mio sudore
di un pianto terreo e divino...
e la natura
che stride.
S'annottava sulla mia testa
chiarescenza di infinito;
navigavo per la tempesta
con un fiore stretto tra i denti.
Ma il mio occhio vacillava
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